David Boldrini, il maestro della poliedricità
Il Maestro David Boldrini, un musicista che ha fatto della sua poliedricità il suo far di vita.
Organista, pianista, diretto d’orchestra, compositore e organizzatore.
Scopriamo di più su di esso, entrato al Conservatorio L. Cherubini di Firenze all’età di 13 anni. Diplomatosi giovanissimo con il massimo dei voti in organo, successivamente in pianoforte all’età di vent’uno anni. La musica parte del dna, dalla parte materna molti erano musicisti, lo zio, fratello della madre fu capo banda della città di San Miniato. Così si racconta, “La musica è la mia vita, ricordo avevo quattro anni amavo il suono delle campane del Duomo di Empoli, poi si andava a messa e la cosa mi piaceva perché sentivo l’organo, non esisteva niente al di fuori di quello strumento, da li capii che volevo essere un musicista. Un incontro fondamentale nella mia vita è stato quello con il Maestro Pier Narcisio Masi, con il quale studiai presso l’Accademia di Imola ottenendo il master. Ho avuto anni di studio approfondito dei vari repertori pianistico solista e da camera spaziando dalla musica vocale, con il trio, duo a quattro mani, musica antica per organo sia sacra che profana”. Continua il Maestro “la formazione dell’organo e totale, dà la possibilità di accedere alla direzione. La sua carriera lo ha portato a suonare in molte realtà, non solo in Italia ma anche all’estero, Europa, America, e li in America, per la precisione al Carnegie Hall di New York in un concerto da solista nel 2014 ” sto suonando nella sala più importante del mondo eppure ero tranquillo e stavo esprimendo il mio io in modo catartico “
Vincitore di molti concorsi sia di pianoforte (tra cui il primo premio al Concorso Internazionale Rospigliosi) sia di composizione. La composizione è un altro elemento che lo caratterizza, dalle sue parole, molto profonde si capisce che la composizione uno stato dell’anima e delle personalità, alla domanda: quale è l’opera che la rappresenta di tra le sue composizioni? “Ancora non c’è, alcune sono urgenze momentanee, nate dal bisogno di esprimere quello che in quel particolare arco temporale era un espessione dell’attuale, nel passato ho fatto anche molti omaggi a compositori classici. Una forse che mi rappresenta, o per meglio dire mi rappresentò per quello che fui in quei anni fu l’opera Amante (2017). Credo che ogni opera rappresenti una parte della vita di un autore, poi tutto muta con il passare del tempo. Credo che Il Formaggio (nb.: ne abbiamo già parlato nelle nostre pagine) sia la più attuale. Ne sto scrivendo una trilogia che sarà: Formaggio, Prosciutto e Pane, ma anche questo rimarrà circoscritto a questo periodo della mia vita. Un musicista si differenzia per una cosa, il saper trasformare il proprio vissuto, imprigionare il proprio dolore e trasformarlo in arte, convogliare le proprie energie vitali e il proprio vissuto in una narrazione artistica.”
Un altro aspetto della sua carriera e quella di organizzatore, fonda la sua società di concerti a Firenze la Italian Opera Florence, con la quale organizza un concerto al giorno, dedicati alla musica lirica e strumentistica dal 2007.